sono Daniele Kläy, l'onorato presidente di questa iniziativa.
L'Associazione ha come scopo, da un lato, la sensibilizzazione del pubblico alle tematiche ambientali e, dall'altro, la promozione di attività concrete miranti alla salvaguardia del nostro magnifico territorio.
In questi tempi, dove si è anche troppo rapidi nell'affibbiare l'etichetta di "verde" o "ecologico" o "sostenibile" anche ad oggetti, alimenti e atteggiamenti che tanto rispettosi dell'ambiente non sono, una presa di coscienza su cosa è effettivamente"verde", "ecologico", "sostenibile" è auspicabile.
Con la fine della seconda guerra mondiale le potenze vincitrici si sono trovate per le mani un potenziale industriale e manifatturiero mai visto prima nella storia dell'umanità e che fino ad allora aveva alimentato lo sforzo bellico coprendo ogni necessità delle forze armate: dallo spazzolino da denti alla portaerei. Un impianto produttivo dalle capacità pressoché illimitate; collaudato, rodato e funzionante a pieno ritmo, ma reso inutile dalla fine del conflitto.
La decisione di convertire buona parte di questo immenso potenziale industriale alla produzione in tempo di pace, sembrava la scelta più logica e redditizia. Malauguratamente, la capacità produttiva eccedeva, largamente, ciò che il mercato poteva assorbire. Per ovviare a questa situazione si dovette fare ricorso ad uno stratagemma tanto innovativo quanto perverso: si cominciò a produrre beni non più fatti per durare, ma concepiti per essere sostituiti dopo un lasso di tempo più o meno breve.
Questa è stata l'ora ZERO del consumismo.
Ciò ha comportato un cambiamento del modo di pensare della gente nonché del suo modo di rapportarsi con gli oggetti: il possesso di un oggetto trascese l'utilità dell'oggetto stesso e divenne fine a se stesso.
Questo atteggiamento, unito alla continua disponibilità di prodotti nuovi e alla pressione sociale "che il nuovo è indispensabile", ha condotto ad uno sperpero di risorse senza precedenti, sperpero del quale stiamo oggigiorno cominciando a sentire gli effetti. La prima regola dell'essere ecologici è limitare lo spreco.
Quindi l'acquisto di nuovi prodotti andrebbe fatto in maniera ponderata, cioè solo per colmare un reale ed effettivo bisogno, es: "L'acquisto della bellissima T-shirt nuova, in cotone bio, con il CO2 compensato, comperata nonostante l'armadio sia colmo di altrettante bellissime T-shirt, è un comportamento poco ecologico".
Solo la consapevolezza e la conoscenza della filiera produttiva e logistica che sta dietro ad ogni prodotto ci permettono di fare acquisti ragionati e di essere efficaci nella tutela ambientale.
Ai fini ambientali:
"Non è importante cosa consumi , l'importante è consumare poco."
Daniele Kläy
Bissone, 7.7.2019
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